Parola d’ordine: sprecare di meno!
Uno degli obiettivi che dovremmo porci per incentivare una corretta cultura alimentare è l’attenzione quotidiana e consapevole al tema dello spreco alimentare.
Questo vale sicuramente per tutta la filiera, dal produttore al consumatore, per cui riguarda ciascuno di noi personalmente.
Cerchiamo di comprendere assieme di che si tratta.
Cosa è lo spreco alimentare?
Lo spreco alimentare è un problema emergente, aumentato esponenzialmente con la crescita economica, che coinvolge l’utilizzo eccessivo e non controllato di molteplici risorse come l’energia, l’acqua, la terra, con effetti nocivi sulla salute e sulla qualità della vita.
La definizione di “spreco alimentare” non è univoca, ma per lo più si intende l’insieme dei prodotti scartati dalla catena agroalimentare che – nonostante siano ancora commestibili – per varie ragioni, vengono eliminati o smaltiti (definizione FAO).
Prendendo in prestito la definizione americana, abbiamo una duplice declinazione:
food losses, gli sprechi della prima parte della filiera alimentare (produzione, raccolto e prima trasformazione);
food waste sono gli sprechi che avvengono nella parte finale della filiera (trasformazione industriale, distribuzione, consumo domestico e ristorazione).
Di fatto, lo spreco alimentare riguarda l’intera filiera agroalimentare, giacché il cibo si spreca a vari livelli: nella coltivazione, nella produzione agricola, nella produzione e trasformazione industriale, nella distribuzione ed, ovviamente, nel consumo domestico.
Chiaramente questo problema si presenta in modo diverso nelle varie zone del mondo: nei paesi sviluppati c’è maggiore spreco nelle fasi finali della filiera, quindi nel consumo domestico o nella ristorazione, mentre nei paesi in via di sviluppo lo spreco avviene maggiormente al centro della filiera, per problemi e difficoltà di conservazione, trasporto e immagazzinamento.
LO SPRECO IN CIFRE
Nel primo studio sull’impatto che lo spreco di cibo ha sull’ambiente realizzato dalla FAO (2011) emerge che ogni anno si sprecano 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, pari a circa 1/3 della produzione totale destinata al consumo umano. Questi numeri hanno reso evidente la necessità di intervenire attivamente sul problema, con diverse iniziative, che stanno molto lentamente aumentando la consapevolezza sulla necessità di nuove azioni.
Guardando al nostro paese, il Rapporto Waste Watchers 2018 in Italia negli ultimi anni si è assistito ad un progressivo aumento della sensibilità soggettiva nei confronti dei prodotti sprecati, che grazie ad importanti interventi di sensibilizzazione, ha portato una diminuzione importante del livello pro-capite di sprechi alimentari.
Sicuramente un passo avanti, ma nonostante ciò, ognuno getta via ancora circa tre chili di cibo al mese: in termini generali, ciò si traduce in 8,5 miliardi gettati ogni anno, ovvero lo 0,6 per cento del Pil.
Lo spreco alimentare genera evidenti costi sociali, economici e ambientali, con importanti ripercussioni legate alle risorse primarie, come ad esempio l’acqua e all’impatto ambientale.
Una maggiore attenzione al tema dello spreco alimentare ha, quindi, importanti risvolti etici, perché può contribuire alle politiche per contrastare la fame del mondo, permettere di migliorare la nutrizione e di favorire un’agricoltura sostenibile.
A livello individuale, l’adozione di una educazione sul tema garantisce indubbiamente una maggiore consapevolezza sulle risorse personali e sulla gestione della propria cultura alimentare.
LA LEGGE
Dal 2016 è in vigore in Italia la legge Gadda n. 166/2016, una legge importante che adegua l’Italia agli altri stati europei, ad oggi più avanti in merito di politiche antispreco nel campo alimentare. La legge prevede interventi per la riduzione degli sprechi nelle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione di prodotti alimentari in surplus, attraverso sgravi fiscali per chi li recupera e/o dona ai fini di solidarietà sociale; sono previste agevolazioni per chi contribuisce alla limitazione degli impatti negativi sull’ambiente e sulle risorse naturali con azioni volte a ridurre la produzione di rifiuti e a promuovere il riuso e il riciclo dei prodotti.
SUGGERIMENTI
Anche se la maggior parte dello spreco avviene nelle filiere, solo in parte al consumo domestico, è importante per i consumatori e per le famiglie non sprecare e adottare scelte più consapevoli per la salute e per l’ambiente.
Lo spreco alimentare inizia nelle famiglie, spesso si cucina più del necessario e avanza cibo non ben gestito e riutilizzato.
Le cause dello spreco domestico sono varie: spesso si compra più di quello che serve, si interpretano con difficoltà le etichette, si cucina troppo per ragioni culturali ed economiche, si conservano male i prodotti nel frigo e nel freezer.
Di seguito sono riportiamo alcuni semplici suggerimenti, facili da seguire, per sviluppare, nella propria quotidianità un atteggiamento più consapevole nei confronti dello spreco alimentare:
controllare sempre la data di scadenza del cibo sulle etichette;
disporre gli alimenti nel frigorifero alle giuste temperature;
rispettare, il più possibile, la temperatura durante il trasporto del cibo;
se avanza il cibo fuori casa, chiedere il family bag;
conservare bene i prodotti confezionati aperti;
riutilizzare gli avanzi e gli scarti, congelandoli o per nuove ricette;
programmare la spesa in funzione delle esigenze.
Anche per questa ragione Sole365 ha adottato, con grande successo, la filosofia dell’Every Day Low Price, che non prevede offerte occasionali, raccolte punti o altri incentivi a comprare più del necessario, solo per la convenienza economica. L’obiettivo è incentivare, piuttosto, i propri clienti ad adottare un modello di spesa quotidiano, su misura, mettendo nel carrello solo quello di cui si ha realmente bisogno.
Pur garantendo prezzi bassi rispetto ai competitor, il modello adottato da Sole365 spinge ad una maggiore consapevolezza i propri acquirenti, che hanno così la possibilità di riempire la dispensa solo con ciò che effettivamente risponde, di volta in volta, alle esigenze familiari.
Le offerte occasionali, i volantini, le raccolte punti e tutte le classiche strategie dei modelli tradizionali di supermercato, che spingono ad acquistare un numero maggiore di prodotti principalmente per convenienza, aumentano inevitabilmente il rischio di accumulare in dispensa più del necessario, lasciandoci incorrere più facilmente nel circolo vizioso dello spreco alimentare.
Tutti siamo chiamati a combattere lo spreco con piccoli gesti quotidiani, con maggiore consapevolezza nella conoscenza del cibo, negli acquisiti e nella gestione, uso e riuso dei prodotti alimentari.
Lo spreco alimentare può diventare una risorsa ed un’opportunità e rientra a pieno titolo nello sviluppo di una cultura alimentare più consapevole.
Per approfondire: www.fao.org