
Il packaging di un prodotto attira subito l’attenzione e spesso influenza la scelta d’acquisto.
Un bel design può far sembrare un alimento più invitante, ma ciò che conta davvero è l’etichetta alimentare, la parte che racconta cosa c’è dentro, da dove arriva e se è adatto a specifiche esigenze alimentari.
Leggere con attenzione l’etichetta degli alimenti, permette di riconoscere ingredienti poco salutari, zuccheri nascosti o additivi superflui, di evitare prodotti ultra-processati e di fare scelte più consapevoli.
Oltre agli ingredienti e ai valori nutrizionali degli alimenti, l’etichetta fornisce dettagli sulla provenienza delle materie prime, la presenza di allergeni, eventuali certificazioni di qualità e indicazioni sulla sostenibilità del packaging. Saper leggere queste informazioni aiuta a fare acquisti più consapevoli, scegliendo prodotti adatti alle proprie esigenze e premiando le aziende più trasparenti.
La lista degli ingredienti: l’ordine non è casuale
L’elenco degli ingredienti sulle etichette alimentari segue un ordine decrescente di quantità: il primo è il più abbondante, l’ultimo il meno presente.
Analizzare questa lista consente di valutare la qualità del prodotto e di identificare la presenza di sostanze che potrebbero influire sulla salute. Un elenco breve con ingredienti riconoscibili indica solitamente un prodotto meno lavorato. Ad esempio, un pane semplice dovrebbe contenere solo farina, acqua, lievito e sale, mentre uno industriale può includere emulsionanti, conservanti e zuccheri aggiunti.
Additivi e conservanti: cosa significano le sigle che troviamo tra gli ingredienti
Gli additivi alimentari migliorano la conservazione, il colore e la consistenza degli alimenti.
Sebbene regolamentati, alcuni possono destare preoccupazioni.
Nitrati e nitriti: conservanti sotto osservazione
Usati nei salumi per mantenere il colore e prevenire batteri, possono trasformarsi in nitrosammine, sostanze potenzialmente dannose se assunte in eccesso.
- E250 (nitrito di sodio) e E251 (nitrato di sodio) sono presenti in carni lavorate ed insaccati, da consumare con moderazione in quanto, secondo AIRC, un alto consumo possa aumentare il rischio di tumori gastrointestinali.
Coloranti alimentari: naturali, sintetici e di origine animale
I coloranti alimentari vengono utilizzati per rendere i prodotti più attraenti, ma non tutti sono privi di rischi. Esistono coloranti di origine vegetale, sintetica e animale, con queste ultime due categorie spesso oggetto di dibattito.
- Coloranti naturali: estratti da frutta, verdura o piante, come il betacarotene (E160a) e la clorofilla (E140), generalmente considerati sicuri.
- Coloranti sintetici: creati artificialmente, possono essere più stabili ma anche associati a possibili effetti indesiderati. Tra i più discussi ci sono E102 (Tartrazina) e E110 (Giallo arancio S), spesso collegati a reazioni allergiche o iperattività nei bambini.
- Coloranti di origine animale: derivati da insetti o altri organismi, sollevano questioni sia etiche che sanitarie. Il più noto è E120 (Carminio, Acido carminico), un colorante rosso estratto dalla cocciniglia, presente in caramelle, bibite e yogurt.
Antiossidanti e stabilizzanti: mantengono freschi gli alimenti
- E300 (Acido citrico): di origine naturale, regola l’acidità e migliora la conservazione.
- E321 (BHT – Butilidrossitoluene): antiossidante sintetico presente in snack confezionati, la cui sicurezza è discussa.
Edulcoranti: i sostituti dello zucchero
Gli edulcoranti vengono utilizzati per sostituire lo zucchero in molti prodotti, soprattutto in quelli con la dicitura “zero zuccheri”.
Gli edulcoranti più comuni includono:
- E951 (Aspartame) e E950 (Acesulfame K): utilizzati in bevande light, gomme da masticare e dolci dietetici.
- E960 (Glicosidi steviolici – Stevia): di origine naturale, presente in molti dolcificanti da tavola.
L’uso di edulcoranti è dibattuto: alcuni studi ne analizzano i possibili effetti a lungo termine, mentre le autorità sanitarie ne regolano le quantità massime consentite per garantirne la sicurezza.
Allergeni: obbligatorio evidenziarli
Gli allergeni devono essere chiaramente segnalati sulle etichette alimentari, solitamente in grassetto o maiuscolo. Tra i più comuni: glutine (grano, orzo, segale), lattosio (latte e derivati), uova, soia, frutta a guscio (noci, mandorle, pistacchi), arachidi, pesce e crostacei, sedano, senape e sesamo.
Tabella nutrizionale: come interpretarla
L’etichetta alimentare riporta obbligatoriamente la tabella nutrizionale, che fornisce informazioni essenziali sulla composizione del prodotto. Leggerla aiuta a valutare l’apporto energetico e individuare eventuali eccessi di zuccheri, grassi saturi o sale, elementi da limitare per una dieta equilibrata.
La tabella si trova solitamente sul retro o sul lato della confezione, con valori riferiti a 100 grammi di prodotto e, in alcuni casi, alla porzione consigliata.
Calorie e valori energetici
L’energia è indicata in chilocalorie (kcal) e kilojoule (kJ) (1 kcal ≈ 4,18 kJ). Alcuni prodotti riportano entrambi i valori, altri solo uno dei due, ma è importante confrontarli sulla stessa quantità per evitare errori di valutazione.
Gli alimenti si distinguono per la loro densità calorica:
- Alta densità calorica: snack, dolci e prodotti da forno, che concentrano molte calorie in poco volume.
- Bassa densità calorica: frutta, verdura e legumi, ricchi di fibre e micronutrienti, con un apporto energetico più bilanciato.
Grassi: quali scegliere e quali limitare
I grassi sono fondamentali per l’organismo, ma bisogna distinguere quelli benefici da quelli da limitare:
- Grassi insaturi (monoinsaturi e polinsaturi): presenti in olio extravergine d’oliva, pesce e frutta secca, favoriscono la salute cardiovascolare.
- Grassi saturi: contenuti in carne, latticini e prodotti industriali, un eccesso può aumentare il colesterolo LDL.
- Grassi idrogenati o trans: spesso nei prodotti industriali, favoriscono l’aumento del colesterolo e il rischio di malattie cardiache. Meglio evitarli.
Zuccheri e carboidrati
I carboidrati sono essenziali, ma vanno distinti in:
- Zuccheri semplici: rapidamente assorbiti, possono causare picchi glicemici. Si trovano naturalmente nella frutta, ma vengono anche aggiunti in molti prodotti confezionati.
- Carboidrati complessi: presenti in cereali integrali, pasta e riso, rilasciano energia gradualmente e favoriscono un miglior equilibrio glicemico.
L’etichetta deve specificare gli zuccheri totali, includendo sia quelli naturalmente presenti sia quelli aggiunti. La dicitura “senza zuccheri aggiunti” non significa necessariamente che il prodotto sia privo di zuccheri: può comunque contenere zuccheri naturalmente presenti (come quelli di frutta o latte), ma senza l’aggiunta di saccarosio, miele o sciroppi dolcificanti.
Sale e sodio: perché ridurli
Sulle etichette alimentari, il sale è spesso indicato come sodio. Anche prodotti insospettabili, come cereali, salse pronte e snack, possono contenerne quantità elevate.
Nella tabella dei valori nutrizionali, per risalire alla quantità di sale contenuta in 100 g di prodotto, basta moltiplicare i mg di sodio presenti per 2,5 (es. 400 mg di sodio = 1 g di sale).
L’OMS raccomanda di non superare i 5 g di sale al giorno per allontanare ipertensione e malattie cardiovascolari.
Fibre e proteine: elementi essenziali
- Fibre alimentari: favoriscono il benessere intestinale e il senso di sazietà, regolando la glicemia. Presenti in cereali integrali, legumi, frutta e verdura.
- Proteine: fondamentali per muscoli e metabolismo. Quelle animali (carne, pesce, uova, latticini) sono complete, mentre quelle vegetali (legumi, soia) devono essere combinate tra loro per garantire tutti gli amminoacidi essenziali.
Certificazioni e simboli: cosa significano?
Le etichette alimentari non forniscono solo informazioni sugli ingredienti e i valori nutrizionali, ma spesso riportano certificazioni e simboli che aiutano a riconoscere prodotti di qualità, sostenibili e adatti a esigenze alimentari specifiche.
Capita spesso di chiedersi, ad esempio, cosa significa il simbolo della rana sui prodotti alimentari. Questo marchio appartiene alla certificazione Rainforest Alliance, che garantisce che cacao, caffè, tè e altri prodotti agricoli provengano da filiere che rispettano criteri di sostenibilità ambientale e sociale.
Allo stesso modo, altre certificazioni segnalano prodotti biologici, a basso impatto ambientale o adatti a particolari diete.
Certificazioni di qualità e sostenibilità
Questi simboli assicurano che un prodotto rispetti determinati standard di produzione e sostenibilità:
- BIO (Agricoltura Biologica UE): la foglia verde con stelle bianche indica che il prodotto è biologico, senza pesticidi chimici o fertilizzanti artificiali.
- DOP (Denominazione di Origine Protetta) e IGP (Indicazione Geografica Protetta): garantiscono l’origine geografica e le tecniche di produzione di un alimento. La DOP prevede che tutte le fasi avvengano nell’area certificata, mentre la IGP ne richiede almeno una.
- Fairtrade: assicura che il prodotto provenga da commercio equo e solidale, rispettando i diritti dei lavoratori. Presente su caffè, cacao, tè e zucchero.
- MSC (Marine Stewardship Council) e ASC (Aquaculture Stewardship Council): la prima certificazione garantisce che il pesce è stato pescato in modo sostenibile, la seconda riguarda l’acquacoltura responsabile.
Simboli per esigenze alimentari specifiche
Alcuni simboli certificano che un prodotto è adatto a diete specifiche:
- Spiga barrata (senza glutine): garantisce che il prodotto è sicuro per i celiaci e privo di contaminazioni oltre i limiti consentiti.
- V-Label (Vegan o Vegetarian): indica i prodotti 100% vegetali (se c’è la scritta vegan) e quelli vegetariani senza carne e pesce ma con latte o uova (se c’è la scritta vegetarian).
- Coniglio che salta (cruelty-free): certifica che il prodotto, alimentare o cosmetico, non è stato testato su animali.
Simboli di riciclabilità e impatto ambientale
Alcune etichette forniscono indicazioni sulla riciclabilità del packaging:
- Ciclo di Möbius (triangolo con frecce): indica che l’imballaggio è riciclabile. Se accompagnato da un numero e una sigla, specifica il tipo di materiale (es. PET1 per la plastica).
- FSC (Forest Stewardship Council): indica che imballaggi in carta e cartone provengono da foreste gestite in modo sostenibile.
- Ecolabel UE (fiore europeo): certificazione ambientale per prodotti con basso impatto su acqua, suolo e atmosfera.
Da dove proviene un alimento? Come leggere l’origine in etichetta
Sapere da dove proviene un alimento aiuta a valutare la trasparenza della filiera produttiva e la qualità delle materie prime. Alcuni prodotti riportano queste informazioni con dettagli precisi, altri usano diciture generiche che non permettono di identificare con certezza l’origine. Per orientarsi, è utile conoscere codici, sigle e diciture obbligatorie.
Codici e sigle sulle confezioni: cosa indicano
Molti prodotti riportano codici identificativi, alcuni direttamente sul prodotto, altri sulla confezione.
- Come leggere il codice delle uova
Il numero stampato sul guscio indica il tipo di allevamento e il paese di origine. Ad esempio, un codice “0-IT-123456” segnala un uovo biologico (0) prodotto in Italia (IT).
Legenda dei codici sulle uova: 0 = biologico, 1 = all’aperto, 2 = a terra, 3 = in gabbia - Codici FAO sui surgelati e sul pesce confezionato
Per il pesce fresco, surgelato o in scatola è obbligatorio indicare la zona FAO di pesca. Alcuni esempi:- FAO 27: Nord Atlantico (Islanda, Norvegia, Regno Unito)
- FAO 37: Mar Mediterraneo
- FAO 51 e FAO 57: Oceano Indiano
- FAO 61, FAO 67, FAO 71: Pacifico Occidentale
- FAO 81, FAO 87: Pacifico Orientale
Riferimenti all’uso di pesticidi sulle verdure
L’etichetta può indicare se un prodotto è stato coltivato con metodi biologici o convenzionali:
- Agricoltura biologica: esclude pesticidi chimici e fertilizzanti sintetici. Riconoscibile dal logo BIO UE con la foglia verde.
- Agricoltura integrata: riduce al minimo l’uso di sostanze chimiche.
- Agricoltura convenzionale: permette l’uso di pesticidi, ma nei limiti stabiliti dalla normativa.
Origine del grano e dell’olio: come leggerla sulle etichette
La dicitura “grano 100% italiano” garantisce che coltivazione e lavorazione siano avvenute in Italia. La formula generica “grano UE e non UE” indica invece una miscela di provenienza non specificata.
Per l’olio d’oliva, se l’etichetta riporta “miscele di oli ue ed extra-ue”, significa che l’olio proviene da olive di origini diverse, spesso di qualità inferiore.
Indicazioni di sostenibilità e ingredienti da evitare
Le etichette alimentari possono aiutare a scegliere prodotti con un minore impatto ambientale, ma alcune diciture possono risultare fuorvianti. Per valutare la sostenibilità, è importante considerare origine, metodi di produzione e ingredienti.
Sostenibilità e impatto ambientale
- Agricoltura biologica vs. intensiva: l’agricoltura biologica riduce pesticidi e fertilizzanti chimici, tutelando suolo e biodiversità. Il marchio BIO UE ne garantisce la certificazione.
- Filiera corta e km 0: indica ingredienti coltivati o trasformati localmente, riducendo l’inquinamento da trasporto.
- Stagionalità: frutta e verdura di stagione richiedono meno risorse rispetto a quelle coltivate fuori stagione o importate.
Ingredienti controversi e il loro impatto
- Olio di palma: associato alla deforestazione, meglio se certificato RSPO.
- Grassi idrogenati e trans: utilizzati nei prodotti industriali, da evitare per salute e impatto ambientale.
- Sciroppo di glucosio-fruttosio: dolcificante economico presente in bibite e dolci, che può portare a un eccesso di zuccheri.
- Pesce da acquacoltura intensiva: può contenere residui di antibiotici e avere un alto impatto ambientale. La certificazione MSC garantisce pesca sostenibile, l’ASC un’acquacoltura più responsabile.
Diciture fuorvianti sulle etichette: come non farsi ingannare
Alcune diciture sulle etichette alimentari possono essere fuorvianti. Il termine “senza conservanti” o “senza coloranti” non garantisce un prodotto più naturale, poiché possono essere usate sostanze con la stessa funzione. Anche “100% naturale” non ha una regolamentazione chiara e può comparire su prodotti con ingredienti trasformati.
Nei prodotti in scatola, meglio scegliere quelli con olio extravergine d’oliva invece di oli raffinati o di girasole, spesso usati nelle preparazioni più economiche.
Anche la carne lavorata richiede attenzione: nuggets e wurstel quasi sempre contengono carni separate meccanicamente (CSM), ottenute da scarti pressati, meno pregiate rispetto ai tagli interi.
L’importanza di scegliere prodotti con etichette trasparenti
Leggere le etichette alimentari è essenziale per fare acquisti consapevoli, valutando ingredienti, valori nutrizionali, provenienza e sostenibilità. Questo permette di evitare strategie di marketing ingannevoli e scegliere prodotti di qualità.
Sole365 pone grande attenzione alla trasparenza, selezionando prodotti di marche affidabili con etichette chiare e informazioni dettagliate. Nei punti vendita è possibile trovare:
- alimenti biologici certificati, con origine delle materie prime ben indicata
- prodotti senza additivi superflui, con etichette semplici e comprensibili
- pesce e carne con provenienza certificata, per garantire freschezza e sicurezza
Scegliere Sole365 significa affidarsi a un supermercato che valorizza la chiarezza delle informazioni, offrendo prodotti selezionati per qualità e trasparenza. Leggere un’etichetta non è solo una buona abitudine, ma un passo verso un’alimentazione più consapevole e responsabile.